Pisa Repubblica Marinara e i suoi segreti

Pisa Repubblica Marinara e i suoi segreti è un episodio del podcast Viaggi & Leggende che ti conduce alla scoperta di luoghi, monumenti e città attraverso la loro storia e alle leggende che li avvolgono.

In questo episodio scoprirai i misteri della città di Pisa all’epoca delle gloriose Repubbliche Marinare.

Le epigrafi che decorano la facciata del Duomo di Santa Maria Assunta, raccontano le innumerevoli vicende dei coraggiosi pisani e le loro imprese sul Mar Mediterraneo.

Ma anche la misteriosa cattura della Regina di Maiorca e la storia del maestoso Grifo, un prezioso bottino di guerra, il più grande bronzo islamico che si conosca.

Della storia della Bella Isabel si hanno solo poche righe che raccontano la bizzarra vicenda.

Il 6 agosto 1113  la flotta Pisana partì alla volta della conquista delle isole Baleari, all’epoca di dominio arabo.

Da quella partenza trascorsero due anni di trepidazione e attesa,  poi finalmente la flotta tornò trionfante a Pisa con un cospicuo bottino di guerra.

La leggenda narra che da una delle galee, sbarcò infatti la Regina del Regno di Maiorca e suo marito Re Burrabe, quest’ultimo fu condotto a Pisa in catene.

Di questa Regina non sappiamo niente di certo, fu onorata o umiliata? Era un ostaggio o un ospite per la città?

Un’iscrizione latina, apposta sulla facciata del Duomo di Pisa, ci narra  la sua breve storia, così come la vedevano i Pisani:

“Mi generò prole regale,

Pisa mi rapì.

Io fui preda di guerra.

Ebbi il Regno di Maiorca.

Ora giaccio chiusa nella pietra che vedi.

Avendo raggiunto la mia fine.

Chiunque tu sia, ricorda la tua condizione.

E prega Dio per me con animo devoto”.

Ma chissà quale fu la vera storia della regina e attraverso a quali vicende visse il suo declino?

I pisani tornarono con un ingente bottino di guerra e tra gli oggetti preziosi portarono in patria il grande Grifo: un manufatto metà leone e metà aquila.

I giardini arabi erano decorati con svariati giochi d’acqua: vi erano  molti animali veri e altri erano animali mitologici realizzati in bronzo.

Il grifo quindi poteva essere stato destinato al centro di una fontana, sfruttando il fatto che, il bronzo esposto al sole sembra oro.

Oppure poteva essere un animale acustico: nel quale venivano inseriti dei soffietti come se fosse un organo medievale e con questi veniva pompata aria.

Una lunga  canna era poi collegata dalla coppa nel ventre dell’animale fino al suo becco.

Pompando aria con i soffietti, il grifo emetteva quindi una vibrazione, con sonorità diverse, a seconda della lunghezza della canna.

In ogni caso la sua maestosità suscitava meraviglia, simboleggiando nobiltà, protezione e sicurezza.

Ma lasciamo agli ascoltatori la libertà di immedesimarsi in queste leggende e di lasciarsi guidare dall’immaginazione!

Buon Ascolto!

Testo di: Rossana Mauri

Voci narranti di:

Rossana Mauri

Chiara Grassotti

Valeria Battaini

Sound Design e post produzione: Antonio Mezzadra

Musiche: 

Creative commons