La dama di neve
La dama di neve rappresenta un’immagine indelebile nei ricordi di gioventù.
Uno di quei ricordi che acquisisce un’anima e ci accompagna per non lasciarci mai soli, come a rammentarci che noi siamo “anche” quella cosa.
Siamo parte dell’universo e quindi del tutto.
La macchia mediterranea racconta una poesia propria quando si spinge fin sulla riva del mare e si imprime nel protagonista.
Un protagonista che non si manifesta, perché potremmo essere tutti noi, ognuno con le proprie immagini e con la propria interiorità.
Ma tutti con quella sensazione di appartenenza, che resta radicata nel cuore, come se un abile scultore ci avesse plasmato.
Quello scultore ha un nome: il suo nome è “origine”!
A quell’origine noi apparteniamo e l’origine ci appartiene, anche se poi andremo lontano, impareremo nuove lingue e atri modi di vivere.
Questo accade a tutti in ogni epoca, e non si tratta di una generazione nostalgica, ma di umanità, siamo fatti così.
A occhi chiusi ricordiamo la forma della collina, la struttura delle case, ma anche la posizione del ginepro, del rosmarino e dei cardi.
Li ricorderemmo anche se fossero travolti dall’uragano o ammantati dalla neve.
E’ il luogo della memoria, dell’affetto, della sapienza.
E’ il nostro posto, tra le colline e il mare!
Lì, sulla riva del mare, abbiamo vissuto ogni nostra età, perché é stato lì che abbiamo riso, pianto, incontrato amici, parlato di noi e ballato.
Stretto al cuore un amore, usato parole dolcissime o sprezzanti, bevuto un po’ troppo e cantato fino all’alba.
Quel mare magnifico dai riflessi tropicali che ci ha dato vita, cibo, refrigerio ma che ci ha anche spaventato, a volte, con il suo impeto.
Un mare amico, del quale conosciamo le correnti e la temperatura dal colore, e sappiamo quando soffre e quando è lieto.
Come lui conosce noi, ognuno di noi, e ci riconosce quando ci avviciniamo!
E quando, in inverno, quella spiaggia si copre di neve, e il paesaggio retrostante ci avvolge in un sogno?
L’immaginazione vaga cercando nuove interpretazioni della realtà e del nostro vissuto.
Cambia lo scenario che ci ha accolto e noi dobbiamo ritrovare la strada di casa.
O forse, semplicemente lasciarci andare al suo abbraccio, ritmico, costante, sempre vivo.
In quei pomeriggi d’inverno, il mare é più che un compagno, è la legge della vita raccontata dalle acque.
Ecco che è lì che il tempo si ferma, e il paesaggio offre un’altra immagine di sé, un’immagine poetica: una donna nuda sdraiata sulla spiaggia.
Testo di: Rossana Mauri
Voce narrante di: Rossana Mauri
Musiche di: freepd.com
Artista: Jason Shaw – Brano: River Meditation
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