Sfide Ecosostenibili 7° Stagione – Cambiamento climatico con Elia Vettorato

Rossana Mauri Giornalista e Podcaster intervista Elia Vettorato Geografo, Il cambiamento climatico.

Rossana: Ci rendiamo conto ogni giorno che il riscaldamento globale sta trasformando i territori anche in Italia.

Coltivazioni e agricoltura ne stanno già soffrendo e c’è da chiedersi se, in futuro, saremo ancora in grado di produrre eccellenze italiane come il vino.

Ma il cambiamento climatico, va affrontato subito perché sia un volano per una nuova economia.

Intanto Elia facciamo chiarezza, che differenza c’è tra cambiamento climatico e riscaldamento globale?

Elia: Cambiamento climatico e riscaldamento globale possono sembrare sinonimi.

In realtà trattano lo stesso argomento, ma pongono l’accento su due aspetti diversi, entrambi fondamentali.

Riscaldamento globale è il più semplice dei due termini, ma è anche il più crudo: la temperatura media del globo sta aumentando.

Abbiamo già raggiunto 1 grado di aumento medio.

Uno studio recentissimo dimostra che abbiamo il 50% di probabilità di raggiungere la soglia del grado e mezzo entro i prossimi 10 anni.

Non è una soglia psicologica ma un vero “planetary boundary”, cioè di un limite che se superato innesca meccanismi a catena di gravità inaudita.

Cambiamento climatico, invece, ha un suono più rassicurante perché presuppone il fatto che a ogni cambiamento ci sia una reazione da parte nostra.

O perlomeno il tempo di adattarsi, infatti cambiamento significa anche dis-abitudine verso la realtà che conosciamo.

Per esempio il nostro clima e le attività connesse, come il tipo di agricoltura che conduciamo, o anche i nostri orari di lavoro quotidiani.

Rossana: Come funzionano geograficamente le ondate di calore anomale?

Elia: L’aumento non è equamente distribuito.

Attorno ai poli la temperatura è aumentata decisamente di più, così come in quota, mentre si registrano aumenti minori lungo equatore e tropici.

Allo stesso modo, è soprattutto la stagione invernale a essere più calda del normale, piuttosto che l’estate.

Tutta l’Europa è interessata da forti ondate di calore, che si incuneano nel nostro continente perché sta cambiando l’assetto anticiclonico.

Se prima l’anticiclone più comune era quello delle azzorre, mite e atlantico, ora si va via via sostituendo con quello africano.

Ma non dobbiamo immaginare una temperatura che sale verso nord in maniera indiscriminata, quanto piuttosto a delle fiammate lunghe e strette.

Nelle ondate di calore della scorsa estate che hanno colpito fortemente Inghilterra e Francia, l’Italia è stata quasi esclusa.

Cambiamento significa anche complessità del fenomeno: eventi estremi, quindi anche forti piogge e temporali estivi, alluvioni.

Se prima un evento estremo come le due recenti alluvioni in Romagna potevano accadere una volta su 50, ora accadranno 4 volte su 50.

Rossana: Cosa significa adattarsi al clima per il popolo italiano e europeo?

Elia: La tendenza climatica va verso la tropicalizzazione e la siccità.

Possiamo presumere che gli eventi che si sono verificati negli ultimi decenni si ripeteranno con sempre maggiore intensità nel futuro.

Gli inverni sono sempre più corti e sempre più secchi, purtroppo é quello il momento in cui i ghiacciai e i nevai dovrebbero fare scorta per l’estate.

In pianura padana senza precipitazioni si blocca il ricircolo dell’aria, e in inverno è particolarmente grave a causa del traffico intenso e del riscaldamento.

Anche le estati risultano secche, mentre le mezze stagioni contano un numero sempre più alto di eventi estremi.

Adattarsi significa cambiare cioè ammodernare, adattare, ripensare.

Sono tutte azioni costose ma molti settori beneficeranno di queste trasformazioni, in quanto saranno i principali motori del cambiamento.

Naturalmente se saremo in grado di accettare il fatto che dobbiamo adattarci, e che dobbiamo farlo adesso.

Rossana: Queste sono problematiche serie per una penisola come la nostra.

Possiamo arginarle in qualche modo la siccità che mi sembra essere un problema oltre che grave imminente?

D’altra parte poi va detto che abbiamo costruito bacini idrici come se fosse un problema irrisorio conservare l’acqua piovana.

Elia: L’adattamento al cambiamento climatico è un tema vastissimo, che va da grandissimi lavori a piccolissimi accorgimenti.

E non sono soltanto lavori fisici (come aggiustare le nostre tubature che sono un colabrodo), ma anche ragionare sulle priorità.

Per esempio, quando c’è un’emergenza che non siamo riusciti ad arginare, dobbiamo fare in modo che si salvino almeno gli ospedali e l’impianto generale di assistenza.

Significa anche risolvere controversie sull’utilizzo di risorse comuni.

Lavorando sin da subito sulla cooperazione dal più piccolo consorzio agrario fino alla diplomazia internazionale. I

n generale, la maggior parte dei nostri cantieri e delle nostre azioni pubbliche deve essere volto all’adattamento climatico.

Rossana: Quale potrà essere la nostra nuova economia a fronte del riscaldamento globale, diventeremo i maggiori produttori di energia solare o eolica?

Elia: Sul tema dell’energia bisogna stare molto attenti, perché è fondamentale utilizzare le tecnologie più efficienti più moderne.

Ma oltre alle produzioni di energie rinnovabili bisogna considerare in primis la cura e la manutenzione del territorio.

E parlo di agricoltura sostenibile, che è un ottimo modo per fare adattamento climatico.

Sono tantissimi i temi sul tavolo, perché economia vuol dire anche globalizzazione e capitalismo.

E, come diceva Chico Mendes, l’ambientalismo senza lotta di classe è solo giardinaggio.

Se volete conoscere meglio Elia Vettorato seguitelo sul profilo linkedin:

https://www.linkedin.com/in/elia-vettorato-11476b190/

Voci narranti di: Rossana Mauri e Elia Vettorato

Musiche di: raccontipodcast.com

Creative Commons