Sfide Ecosostenibili 7° Stagione – Geosofia con Franc Arleo
Rossana Mauri Giornalista e Podcaster intervista Franc Arleo Geofoso.
Rossana: Ma cos’è la Geosofia?
Franc: Geosofia è l’unione fra due termini la parola Geo che significa Terra e la parola Sophia che significa Saggezza.
E’ una disciplina che mette insieme la saggezza e la visione dei territori della terra cercando di riannodare l’architettura dell’anima del territorio.
Rossana: Il tuo ultimo libro Logos che è in uscita con Anima Mundi Edizioni, riporta come sottotitolo “taccuino di geosofia”.
In questo libro tu narri le storie delle persone che sono rimaste come sentinelle a guardia di luoghi che si sono spopolati negli ultimi 70 anni.
Perché è importante non perderne la memoria?
Franc: Io credo che la narrazione dei territori siano state perse, per territori di Altura, io intendo quelli montani che sono la spina dorsale del paese.
La popolazione montana è letteralmente scomparsa da questi territori a mio avviso questa narrazione ci permette di non perderne l’anima.
Serve da un lato la conoscenza dei territori e dall’altro la filosofia e la saggezza millenaria delle persone che li hanno abitati.
Rossana: Da dove nasce questa tua passione?
Franc: Quando nacque il termine filosofia attorno al 1950, il termine identificava l’ascolto delle persone che vivevano in luoghi geografici definiti “terre incognite”.
Cioé quei luoghi non mappati, che quasi non esistono, come i nostri Appennini che sono territori non mappati e per la poca popolazione rimasta.
Sembra quasi ci sia la fretta di non vedere più queste persone.
Il mio obiettivo, anche un po’ antropologico, è riscoprire le narrazioni autentiche di questi territori dalla voce di coloro che sono inesistenti.
In pratica sono le vedette rimaste all’addiaccio di queste di questi spazi mentre tutti gli altri se ne andavano.
Rossana: Vuoi farci qualche esempio?
Franc: Ti racconto la storia di un pastore che si chiama Margherita il cui nome è già una fantasia della natura,.
Lui ha chiamato il suo gatto Margherita, e quando gli chiesi “Scusa ma perché hai chiamato il gatto Margherita?”
Questo pastore mi rispose “Ho dato il nome Margherita al gatto perché così quando ci chiamano ci giriamo in tre: io, il gatto e anche la natura!”
Capite quanta saggezza c’è in questa espressione?
Queste sono le cose che mi animano in questa mia idea di ricostruire la relazione tra le persone e il loro ambiente.
Rossana: tu dici che la Lucania è una terra non mappata e in effetti il confine geografico non si combina esattamente con la regione Basilicata.
Franc: Si infatti noi intendiamo Lucania e Basilicata come sinonimi dello stesso luogo o regione.
Ma in realtà l’espressione Lucania identifica un territorio molto diverso e più vasto.
Includeva tre regioni: una parte della Campania, una parte della Calabria e una parte dell’attuale Basilicata.
Era un territorio linguistico più che geografico, se si ascolti i dialetti, ti accorgi che un cilentano ha la stessa espressione di una persona che sta a Metaponto.
I viaggiatori dell’Ottocento chiamati Wanderer erano camminatori che esploravano questi territori quasi senza mappa o con una mappa metaforica.
Il fascino per queste caratteristiche linguistiche mi ha fatto iniziare un percorso e andare alla ricerca della storia di questa antica terra di cui faccio parte.
Rossana: In questo podcast noi ci occupiamo di ecosostenibilità e il tema che stai trattando si lega a doppio filo.
Da decenni noi abitiamo città sovraffollate nel quale si vive una qualità di vita a volte pessima, mentre in luoghi più isolati troviamo intere aree rurali spopolate.
Ma come ci siamo arrivati?
Franc: È stata perpetuata un’idea di civiltà che era quella di andare verso l’urbanizzazione che portava i servizi ad essere sempre più accentrati.
Da un lato la civiltà avanzava velocemente per cui le persone l’hanno seguita senza chiedersi perché.
E l’altra la civiltà millenaria dei pastori rimaneva indietro e veniva dimenticata.
Ma non è stata solo una migrazione dal paese alla città, tutto é cominciato con una piccola migrazione, quasi invisibile.
Quando dai paesi montani la popolazione ha cominciato a dover raggiungere i servizi a valle.
Parlo di ospedali e di scuole, per esempio quando ero bambino esistevano le scuole rurali, mio fratello ha frequentato una di queste scuole vicino a casa.
Quando ho iniziato ad andare a scuola io, invece, dovevo percorrere circa 25 chilometri perché la scuola era stata spostata in paese.
Rossana: Come ci può aiutare la geosofia a disinnescare questi processi e a riappropriarci della relazione con i territori?
Franc: Penso che dobbiamo ritornare a abitare questi luoghi, ma non come turisti ma con saggezza.
Dobbiamo riscoprire i linguaggi di questa terra e conoscere le filosofie di questi territori.
Per farlo a mio avviso si deve partire anche dalle scuole e dalla cultura locale.
Quando ero bambino una delle cose che chiedevo sempre era perché non si studiasse la letteratura dei nostri scrittori, ma non ho mai avuto risposta.
Da solo, a 25 anni, ho scoperto un grande poeta lucano il cui nome é Albino Pierro che aveva tutti i meriti per essere studiato nelle scuole elementari.
Riappropriarci della cultura dei luoghi credo sia il primo passo da fare.
Per esempio i pastori non erano coloro che pascolavano gli animali, in realtà contemplavano il territorio.
Contemplare la terra e un atteggiamento mentale un atteggiamento dell’anima, quindi può ricostruire una relazione di conoscenza e rispetto per quel luogo.
Se volete conoscere meglio Franc Arleo seguitelo sulla pagina linkedin:
https://www.linkedin.com/in/francarleo/
Oppure trovate il suo nuovo libro Lucus al sito:
Voci narranti di: Rossana Mauri e Franc Arleo
Musiche di: raccontipodcast.com
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